Il Millimetro
Reportage e inchieste

L’Iran alla finestra, cosa può accadere?

Di Greta Cristini
29 Nov 2023
Greta Cristini

La Repubblica Islamica sciita non vuole innescare la scintilla di un conflitto più grande di lei. Guardare e alimentare da lontano il fuoco di Gaza per ora ha già dato i suoi frutti.

Al di là delle provocazioni retoriche e delle dichiarazioni di sostegno alla “gloriosa” incursione di Hamas in Israele del 7 ottobre scorso, la Repubblica Islamica dell’Iran ha preso le distanze da qualsiasi responsabilità diretta o paternità dell’iniziativa terroristica che ha dato il via al nuovo conflitto in Medio Oriente. Nel suo primo discorso dopo l’attacco, la Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato: “Noi sosteniamo la Palestina e le sue lotte, ma coloro che ritengono che l’opera dei palestinesi sia il risultato di non palestinesi stanno facendo un calcolo sbagliato. Questo attacco è opera dei palestinesi stessi, e noi salutiamo e onoriamo i suoi pianificatori”. Pochi giorni fa gli ha fatto eco Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, la principale longa manus armata degli interessi iraniani nella regione, nel suo primo e attesissimo discorso dall’inizio della guerra. Secondo il leader del Partito di Dio libanese, il massacro di Hamas dentro i confini israeliani a ridosso della Striscia di Gaza è stata un’azione “al 100% palestinese, interamente decisa ed eseguita dai palestinesi, per la causa e il popolo palestinese” e di cui, a quanto dice, gli alleati regionali non erano affatto al corrente.