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10 Gli animali selvatici sono entrati in città

Di Gli animali selvatici sono entrati in città
12 Jan 2024
Gli animali selvatici sono entrati in città

Per molto tempo abbiamo creduto che le città non potessero essere raggiunte dagli animali selvatici, come delle fortezze inespugnabili. Nella maggior parte dei casi, l’urbanizzazione ha determinato l’allontanamento e l’estinzione di specie animali a causa della perdita del loro habitat. Queste specie vengono definite “urban avoiders” (ovvero evitatori) e dipendono strettamente da habitat naturali per sopravvivere. Per altre, invece, la città è una nuova opportunità da esplorare. Questi animali sono chiamati “urban adapters”, ovvero adattati all’ambiente urbano. Infine, ci siamo noi, gli “urban dwellers”, che troviamo nelle città un nuovo spazio da occupare. In molti casi la presenza nelle aree urbane di animali quali gabbiani, ratti, o ancora cinghiali, lupi e orsi porta a interazioni dirette che possono essere pericolose. Ridurne il numero pensando di aumentare l’attività venatoria (abbattimento o cattura) non è una soluzione praticabile. Aprire la caccia in prossimità o addirittura dentro i centri abitati rappresenterebbe un problema più che una soluzione, da un lato per motivi legati alla sicurezza, dall’altro per l’inefficacia della misura. La soluzione sta nel ridurre le cause che attirano questi animali nei centri abitati, nelle città e nei luoghi di allevamento o agricoltura, partendo da azioni concrete come la corretta gestione dei rifiuti urbani e il divieto di dare loro da mangiare.
Quando gli animali selvatici sono entrati in città – Emergenza lupo, la denuncia di Coldiretti

Dopo i cinghiali, per gli agricoltori di mezza Italia c’è un’altra presenza non gradita, quella dei lupi. “Alle attuali emergenze, gravissime, che si sono abbattute sulla nostra agricoltura, strangolata dall’aumento incontrollato dei costi e dalla siccità, si sommano i danni che quotidianamente subiamo dai cinghiali e dal numero, sempre più rilevante, di lupi. Proprio sul fronte lupi assistiamo a un peggioramento del fenomeno che, se non studiato e controllato, rischia di degenerare in poco tempo” afferma la Coldiretti molisana. Sulla situazione del lupo in Toscana, esordisce così un comunicato ANSA: “Sono quasi 2.500 gli eventi di predazione avvenuti a danno delle aziende zootecniche, in cinque anni, secondo quanto riferisce Coldiretti. Le aziende ovi-caprine sono le più colpite dalla presenza eccessiva di predatori con 7.000 capi uccisi e quasi il 17% degli allevamenti danneggiati quattro o più volte l’anno”.